Sondaggio su “Il BIM in Ticino”. Fino al 22 novembre puoi ancora dire la tua

Sondaggio su “Il BIM in Ticino”. Fino al 22 novembre puoi ancora dire la tua
  • Data:
  • 11.11.2020

BIM è una sigla che è ormai divenuta nota a chi si occupa di progettazione. È l’acronimo delle parole inglesi Building Information Modeling (in italiano: Modellizzazione delle Informazioni di Costruzione) e segna da un lato un sempre maggiore supporto della tecnologia informatica al lavoro degli ingegneri e degli architetti, dall’altro propone un diverso approccio nell’elaborazione del processo progettuale, fondato sulla condivisione da parte di differenti figure tecniche. Richiede perciò specifici strumenti e competenze tecniche e relazionali.

Il BIMè dunque un’innovazione da comprendere e valutare, e in quest’ottica la CAT, che dal 2019 ha intensificato i rapporti di collaborazione con la SUPSI per garantire un’offerta regolare di corsi di formazione continua, ha dato vita al progetto “Il BIM in Ticino”.

Gli obiettivi sono:

  • Rafforzare l’implementazione del metodo
  • Identificare procedure valide per il territorio
  • La divulgazione e la formazione

Il punto di partenza del progetto è un sondaggio tra i progettisti ticinesi per raccogliere i dati necessari a fotografare quanto il BIM sia noto, diffuso e utilizzato a livello cantonale.

Per partecipare al sondaggio occorre andare al seguente link e compilarlo entro il 22 novembre 2020.

Il sondaggio consentirà l’identificazione di casi studio sul territorio ticinese. Questi ultimi saranno oggetto di un’analisi dei benefici e delle criticità riscontrate. Si partirà dai flussi di processo per valutare i ruoli dei professionisti coinvolti, l’interoperabilità, il coordinamento multidisciplinare e il controllo e gestione dei costi.

Il monitoraggio porterà alla pubblicazione di un report e allo sviluppo di materiale didattico per la formazione di base e continua, gettando le basi per proseguire in futuro nuovi progetti di ricerca.

Secondo l’European Architectural Barometer Q4 2019 di USP, gli utilizzatori di BIM in Europa sono passati dal 10% al 38% dal 2009 al 2019, ma esistono notevoli differenze territoriali (per esempio gli utilizzatori sono il 23% in Germania e l’81% nei Paesi Bassi).

Al di là degli esistenti elementi di digital divide, è comunque facile supporre che per piccoli studi, per esempio impegnati in edilizia residenziale monofamiliare, il BIM possa non essere sentito quale necessità, mentre chi si occupa della realizzazione di grandi infrastrutture lo veda sempre più come un obbligo. In ogni caso, resterà fondamentale per OTIA un elemento: le scelte progettuali non dovranno sottostare a quelle strumentali o di processo. Ciò comporta che il BIM manager deve essere una figura di coordinamento, lasciando ai progettisti le indicazioni sulle scelte migliori per gli interventi da realizzare.

Se non hai ancora partecipato al sondaggio, hai tempo per farlo sino al 22 novembre. Basta collegarsi a questo link.



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